domenica 11 marzo 2012

Rifugio Città di Carpi

Questa stagione invernale è stata povera di neve dalle nostre parti, ne è arrivata invece troppa dove non doveva causando disagi e a volte inutili polemiche. Le nostre ciaspe piangono in cantina e per non farle soffrire troppo decidiamo di portarle a fare un giro in dolomiti.
Speriamo di non vedere solamente quelle tristi lingue biancastre che, come tappeti srotolati dalle cime dei monti ormai privi di neve, testimoniano l'inutile ostinazione dell'uomo (alcuni uomini) di contrastare la natura ed il suo clima.
Lasciamo l'auto a Misurina nel parcheggio della seggiovia del Col del Varda, la piccola spruzzata di neve di qualche giorno fa è sufficiente per dare un aspetto invernale al paesaggio, ma non da farci portare le ciaspe, dovranno accontentarsi di essere arrivate fino al parcheggio, che è sempre meglio della cantina.
A pochi metri dal parcheggio inizia la strada sempre ben segnalata che risale nel primo tratto passando proprio sotto la seggiovia, poi prende decisamente a destra fino a raggiungere il bivio per il rifugio Col del Varda che tralasciamo per proseguire verso il Città di Carpi.

Siamo poco oltre i 2000 metri quando la strada inizia a scendere svoltando a sinistra, lo spettacolo delle cime che ci si pone davanti è notevole, peccato sia tutto in controluce nonostante il punto sia panoramicissimo non è certo il momento migliore per fare delle foto. E' il versante sud e la stessa luce che ci abbaglia è la responsabile del quasi totale scioglimento della neve tranne che per quella sotto i nostri scarponi che compattata dai continui passaggi anche di qualche gatto delle nevi resiste ancora, ma non credo lo farà per molto.

Dopo aver perso una cinquantina di metri è ora di risalire fino al Città di Carpi a 2120 posto poco sopra forcella Maraia, il sentiero è molto frequentato ed il rifugio è aperto per la gioia dei nostri compagni di avventura.

Sull'altro versante possiamo ammirare il panorama sui Cadini questa volta con la luce a favore. Invogliati da questo versante decisamente più tranquillo e con l'intento di allontanarci dall'affollato rifugio, percorriamo un tratto del sentiero 121 che si inoltra nel pian della mussa. Ritornati dai nostri compagni di escursione, dopo una sosta al rifugio che nel frattempo si era un po' svuotato, rientriamo lungo la stessa via dell'andata, noi a piedi e loro col le padelle sotto il sedere emettendo strani versi di gioia che comunque gli si legge in volto.

Ritornati al bivio per il Col del Varda abbandoniamo i nostri amici che proseguiranno fino all'auto, noi decidiamo di salire al rifugio che è collocato alla stazione a monte della seggiovia. Impianti a parte il rifugio è molto bello e le splendide vetrate permettono una sosta con vista sul lago di Misurina.

E' tempo di rientrare ci sono due amici che ci aspettano e la mia pancia aspetta anche lei: una bella coppa di gelato a Sappada.
Traccia in formato gpx dell'escursione.

4 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

oh ecco! una bella coppa di gelato ci voleva ....come d'estate.

frivoloamilano ha detto...

...un bel pò di strada per andare a cercare la neve ma certi scenari meritano un pò di sacrificio. :up:

anonymous ha detto...

giovanni writes:[...] col le padelle sotto il sedere emettendo strani versi di gioia [...]:-D, cos'e' un nuovo modo forbito per dire... ?ciao

lor74cas ha detto...

@giovanni a scender col sedere sembravano tornati bambini@frivolo era l'unico modo, 1 auto in 4 e mi sentivo meno in colpa@luca il gelato è per tutte le staigoni