
Ci siamo documentati e siamo consapevoli che non sarà uno scherzo, quindi partiamo presto dal parcheggio del ponte di Salcano dopo aver fatto scorta energetica in pekarna (panetteria).
Alle 8 siamo sul sentiero che corre poco sopra la ferrovia, ancora più sotto scorre l'Isonzo. Un capriolo sul sentiero si accorge di noi e fugge nel bosco caratterizzato da una distesa incredibile di pungitopo. Arriviamo al bivio, ora si inizia a salire lungo il ripido sentiero che porta alle gallerie della prima guerra mondiale che visitiamo. Da qui al rifugio sloveno sono solo pochi minuti di cammino, nel bel punto panoramico antistante il rifugio facciamo una sosta. Ripartiamo e ci imbattiamo nel cartello che dice 3h 30' al Korada e sono già due ore che camminiamo. Ora il sentiero continua in cresta, su grossi sassi di calcare, non è un bel camminare, per fortuna il panorama sulle anse dell'Isonzo mitiga le ansie del ritorno.


Sono completamente stravolto, ma sono convinto a raggiungere la cima che all'andata abbiamo tralasciato. Arriviamo all'ormai familiare cippo di vetta che è quasi il tramonto, il sole infiamma le nuvole, un premio per la nostra fatica. Scendiamo dal versante italiano lungo la strada militare per poi immetterci nella mulattiera che porta verso Salcano. L'ultimo tratto lo facciamo alla luce della lampada a led, arriviamo all'auto che sono quasi le 19.
Abbiamo camminato quasi 9 ore per fare più di 30 Km ed un migliaio di metri di dislivello, è la nostra piccola impresa e ce ne ricorderemo sempre ogni volta che guarderemo il Sabotino, praticamente ogni giorno.
Gmaps rende bene l'idea della distanza percorsa.
5 commenti:
Una bella impresa , non c'è che dire. Chissa che bel tramonto.
giovanni writes:complimenti!
Bravi e caparbi. Senz'altro un bel ricordo.un saluto, Frivoloamilano
Anche perchè mi sa che sarà difficile che lo ripeteremo :ko:
Anonimo writes:Grandi!!!Ps: la prossima volta invitatemi che ci metteremmo di meno... ; )
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