domenica 10 giugno 2012

Dalle cime all'abisso

Non vi preoccupate, anche se mi faccio vivo poco sul sito, non sono caduto nell'abisso della disperazione: il circolo ricreativo aziendale (forse con la celata speranza di liberarsi di qualche socio) ha organizzato con la collaborazione del Centro Ricerche Carsiche "C. Seppenhofer" una visita all'abisso di Trebiciano al quale un po' titubanti ci siamo aggregati. ...

A volte la rete aiuta, a volte no: guardare le foto e leggere le descrizioni che si trovano sul sito della "Società Adriatica di Speleologia - Trieste" se da un lato ti possono preparare, dall'altro ti possono un po' smontare.
Alla fine prevale la curiosità, il fatto di poter fare una cosa diversa dal solito che "quando mai ci ricapiterà" e possiamo per una volta fregarcene di questo pazzo meteo che continua a rovinarci tutti i fine settimana: in grotta sole o pioggia non fa differenza, ci si bagna uguale.
Dopo un percorso in auto un po' tribolato giungiamo a Trebiciano e un breve tratto a piedi su una bella pista ciclabile in mezzo al verde del Carso ci porta presso una casetta di recente costruzione, ci accoglie il responsabile del sito che oggi è stato aperto in via eccezionale per noi.
Ci prepariamo e viste le premesse, ho messo quanto di più datato avevo in armadio, mi sembra di fare un viaggio nel tempo solo a guardare i vestiti che indosso, poi imbrago, set da ferrata, casco, frontale e guanti, pronti.
Nella casetta c'è un botola aperta, guardi di sotto e .. sotto .. sotto .. no, non è la cantina, non ci son salami e bottiglie, è proprio da lì che si scende.

Un respiro e si inizia a scendere in fila uno dietro l'altro, basta poco e la luce dalla botola non si vede più. Se guardi in basso vedi solo scale e ponteggi, e la luce di chi ti precede, stessa visione se guardi in alto. La scale sono umide come tutto l'ambiente, il fascio della frontale illumina le goccioline d'acqua in sospensione nell'aria. Ho caldo, siamo tutti un po' troppo vestiti e sudo. Il sudore è il mio compagno fedele, nella corsa, in montagna d'estate, come con le ciaspe in inverno ed ora pure in grotta posso sempre contare su di lui, così le mie gocce si mischiamo a quelle della grotta e cadono di sotto, forse su qualcuno dei miei compagni di avventura.
Ci sono anche dei brevi passaggi orizzontali che collegano un pozzo all'altro in cui devo camminare chino, non è il posto ideale per quelli della mia statura, lo sa bene il mio casco che ha provato diverse volte il calcare della volta. C'è anche il ponte del brivido, un ponteggio sospeso che fosse in montagna forse non mi farebbe effetto, ma qui è tutta un'altra storia.
Ogni tanto qualcuno se ne esce con il classico "Quanto manca?" non c'è poi tanta differenza tra il mondo sotterraneo e quello della montagna. Finalmente il primo ci avverte che siamo arrivati, ancora qualche scala ed ecco che i miei scarponi toccano la sabbia. Se finora tutto era duro calcare nell'ampia grotta finale il suolo è soffice, tutto è ricoperto di sabbia, sembra quasi di essere al mare di notte.

Un po' a caso scendiamo il sabbione per raggiungere il sifone d'uscita del Timavo, siamo a 12 metri sul livello del mare, siamo partiti da 341, questa è la nostra cima di oggi. Visitiamo un po' la grotta quindi risaliamo fino sotto alle scale mentre arrivano gli ultimi componenti del gruppo. Facciamo merenda e per un attimo spegnamo le luci per restare in contemplazione del buio quasi totale, solo qualche lontano fascio di luce di coloro che stanno ancora scendendo al Timavo illumina le rocce.

Ora viene il bello, dobbiamo risalire, la fatica è ovviamente maggiore, ma psicologicamente è molto più facile e stimolante pensare di uscire e questo aiuta.
Rivedere la luce del sole mi infonde un senso di soddisfazione e mi rasserena al tempo stesso, sono contento di esserci stato, ma l'aria aperta è il mio ambiente e pensare che i primi scopritori scendevano con una corda di canapa ed una candela mi mette i brividi.
Un ringraziamento a chi ci ha accompagnato e a chi ha reso possibile questa bella esperienza.

6 commenti:

anonymous ha detto...

giovanni writes:complimenti per il giro alla braveheart!ciao

montagnesottosopra ha detto...

dev'essere una bella esperienza, anche se preferisco l'aria aperta :) .Ma come ti sei vestito? non basta una tuta tipo "Italsider" ? Mandi

montagnesottosopra ha detto...

Originally posted by lor74cas:Lorenzolor74cas # Wednesday, June 13, 2012 10:12:42 PM@Luca braghe in cotone di 10 anni fa, pile leggero anche di 10 anni e forse più, scarponi con suola slik. Poi quando metti roba ti cui non ti importa nulla, fai la lavatrice e torna come nuova, se metti roba nuova ...comunque un giorno ci provo, se no che "montagne sottosopra" sarei? :D

lor74cas ha detto...

@Luca braghe in cotone di 10 anni fa, pile leggero anche di 10 anni e forse più, scarponi con suola slik. Poi quando metti roba ti cui non ti importa nulla, fai la lavatrice e torna come nuova, se metti roba nuova ...

frivoloamilano ha detto...

A volte il mondo va alla rovescia e qualche volta si possono vedere le montagne da sotto. Un'esperienza che non ho ancora provato....la Grotta Gigante mi aspetta da quando le figlie avevano 6 anni!!!!ciao Lorenzo ;)

lor74cas ha detto...

La grotta gigante potrebbe essere una bella alternativa per uno di quei giorni di pioggia che di solito capitano sempre nel fine settimana.