giovedì 8 settembre 2011

Monte Paterno

Sono le 8 quando usciamo dal Locatelli per iniziare la nostra giornata tra i monti, ad accoglierci non c'è il cielo che vorremmo vedere, il grigio è il colore dominante.

Ricordandoci della foto panoramica scattata quasi quattro anni fa, proviamo a rifarla cercando lo stesso punto di vista, credo che meglio di così non potevamo fare. Mettiamo subito l'imbrago ed il casco con la frontale e ci avviamo alla ricerca dell'ingresso delle gallerie del monte Paterno che non sono lontane dal rifugio.

I primi tratti di galleria sono brevi e le numerose aperture forniscono un'illuminazione sufficiente, solo l'ultimo è lungo e buio e la lampada serve come pure il casco, visto che do la mia solita capocciata al trave che sostiene la volta, niente paura non ho fatto danni irreparabili, potete ancora visitare le gallerie.

Usciamo alla luce e proseguiamo lungo la ferrata che non è mai troppo ripida o difficile ed arriviamo così alla forcella del Camoscio. Da qui seguiamo le attrezzature che continuano per un breve tratto, poi saliamo su roccette cercando di trovare la retta via.

Arriviamo in vetta e nonostante la giornata nuvolosa, il panorama è comunque notevole, sembra di poter toccare le Tre Cime, ma non possiamo attardarci troppo, inizia a cadere qualche goccia ed è meglio tornare alla forcella nel caso il tempo peggiori.

Mentre quasi tutti quelli che scendono tagliano lungo il canalone che dalla forcella si raccorda al sottostante sentiero 104, noi proseguiamo verso Pian di Cengia lungo uno splendido percorso in cresta che in alcuni punti ricorda il "nostro" Ceria Merlone.

Attraversiamo forcella dei Laghi, quindi raggiungiamo forcella Pian di Cengia che dista pochi minuti dall'omonimo rifugio. Noi però non lo visitiamo, decidiamo infatti di portarci sulla via del ritorno imboccando il sentiero 104 .
Posando lo sguardo in alto sulla nostra destra ripercorriamo il cammino fatto in giornata mentre il sentiero ci conduce al bivio per il rifugio Lavaredo.

Ci lasciamo tentare e scendiamo, è una sosta che ci costa qualche metro di dislivello aggiuntivo per risalire a forcella Lavaredo e scendere nuovamente verso il Locatelli lungo quella parte del 101 che più che sentiero definirei autostrada dolomitica.

Senza giungere al rifugio svoltiamo per il 102 riprendendo lo stesso percorso dell'andata che con un lungo e tranquillo cammino ci riporterà al lago di Landro, tranquillo se non incontro di nuovo la vipera ovviamente.

2 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

Sempre emozionanti i racconti dolomitici , specie di questa zona classica. Bravi voi , chissà che bel ricordo ...... tra vipere e botte in testa:lol: :lol: :lol:

frivoloamilano ha detto...

pensavo di dover aspettare di più per "domani" :D un bel domani, anche il Paterno nel curriculum! ;)