
Fare delle foto decenti è impossibile: o c'è poca luce o troppa, non ci sono vie di mezzo. Al passo constatiamo che dall'altra parte le nubi stanno risalendo velocemente dalla valle, il panorama è assai limitato, riusciamo a vedere la Marmolada solo per un attimo.

Come da programma, prendiamo a destra il sentiero 650 per la cima dell'Ombretta. Dopo pochi metri il terreno si fa scuro e per un po' sembra di camminare su roccia lavica fino al punto in cui sorge il bivacco dal Bianco dove, poco distanti, alcuni stambecchi femmine e cuccioli si nascondono tra le rocce.

Dopo un breve tratto attrezzato ci tocca una dura salita lungo un immenso piano inclinato ricoperto di sfasciumi, purtroppo dobbiamo proprio passare di qua. Finalmente i nostri piedi sono nuovamente sulla solida roccia, roccia che in diversi punti è stata scavata dai soldati per ricavarne postazioni durante la guerra.

Con un bel percorso di cresta ora il sentiero punta alla cima che raggiungiamo in poco meno di mezzora di cammino. Le nuvole non se ne son andate, anzi insistono ancora di più a coprire tutto il versante est, ma c'è comunque per noi la soddisfazione di aver raggiunto la croce di vetta a quota 3011.

Sostiamo quasi 45 minuti con la vana speranza di un breve squarcio tra le nuvole, per la stessa via di salita, ritorniamo rassegnati al passo.
Scendiamo quindi verso il rifugio Falier, lungo il tragitto ci esibiamo in una corsa giù per il ghiaione, non concediamo bis a meno che non ci riporti qualcuno a spalle fino al passo. Al Falier sembra di essere ad uno stabilimento balneare, c'è un sacco di gente e molti prendono il sole, mangiamo un panino ascoltando nostro malgrado, i discorsi di uno che crede di essere il fratello povero di Briatore, con l'altro che pensa di essere il figlio illegittimo di Montezemolo. Pensando invece a quelli che non arrivano a fine mese ce ne andiamo riprendendo il sentiero fatto il giorno precedente.

Ci concediamo solo una deviazione per la scorciatoia per Malga Ciapela e poco dopo le 15 arriviamo all'auto dove inquiniamo le gelide acque dell'adiacente ruscello con i nostri piedi puzzolenti, con un po' di rimorso per gli assetati più a valle.
1 commento:
Chissà se i parenti di Montezemolo e Briatore berranno l'acqua del ruscello, magari pensando di essere ad una sorgente miracolosa :D
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