Ci piace, almeno una volta l'anno, fare un'escursione di più giorni, non siamo in formissima e dobbiamo trovare qualche cosa che si adatti alla nostra attuale condizione. Ci viene in aiuto il n°36 di Meridiani Montagne che vaga per casa ormai da tempo, quella splendida copertina con il Sassolungo e la recensione del giro non troppo impegnativo ci fanno prenotare al rifugio Vicenza per la notte di venerdì. Come gli altri giorni la sveglia suona prima delle 6 del mattino, ma questa volta è per andare a spasso, e ci si alza più volentieri. Alle 6.30 siamo in auto, destinazione Passo Sella, tutto fila liscio a parte uno spropositato numero di imbranati che credo usino l'auto solo per i giorni attorno a ferragosto (l'autista della domenica in confronto è già una forma evoluta). Parcheggiamo tra il Passo ed il rifugio Sella e poco dopo le 11 siamo in marcia. Il Gruppo del Sassolungo è molto particolare per la sua conformazione, le pareti delle cime partono tutte molto verticali dai prati che lo circondano (Sassopiatto a parte), questo gli dona un'aria maestosa e un po' aliena.
La prima delle tante soste in rifugio che faremo in questi due giorni è proprio al Sella che sorge nei pressi della partenza dell'ovovia che porta al rifugio Demetz. Scegliamo di percorrere il sentiero Naturonda che in pochi minuti ci porta in mezzo alla Città dei Sassi, chiamata così poiché è tutta disseminata di rocce squadrate grandi anche come palazzi. Nel nostro giro antiorario attorno al Gruppo del Sassolungo il panorama cambia in continuazione, alla nostra destra possiamo ora ammirare l'intero Gruppo del Sella.
Raggiungiamo il rifugio Comici, dove finalmente finisce la parte più affollata del nostro percorso, il sentiero si restringe, diventa ghiaioso e non sembra più quell'autostrada sulla quale abbiamo camminato fino ad ora. Il panorama verso la Val Gardena si fa più dolce e verde. Il mio sguardo viene talmente catturato dai panorami alla mia destra che mi dimentico di guardare a sinistra il Sassolungo. Arrivati nel punto più a nord del nostro girare troviamo una panchina panoramica, facciamo una pausa prima di riprendere a salire verso il rifugio Vicenza.
Ora guardiamo verso l'Alpe di Siusi, ma il sentiero ben presto si infila in quella spaccatura che divide il Sassolungo dal Sassopiatto, ora non saremo per un po' distratti dai panorami ed il Sasso si prenderà l'attenzione che merita. Al rifugio lasciamo un po' di peso in eccesso nella nostra stanzetta e decidiamo, visto che siamo arrivati presto, di salire lungo il Vallone verso la Forcella del Sassolungo. L'ambiente è straordinariamente diverso da quello che abbiamo percorso durante il resto della giornata, il sentiero si sviluppa lungo un canalone detritico chiuso dalle cime che in alcuni casi superano i tremila, tutte ricche di pennacchi, guglie, cascatelle. In fondo domina il Cinque Dita, sotto al Pollice, abbarbicato sulla forcella si trova il rifugio Toni Demetz, lo raggiungiamo con un po' di fatica, ma con tanta soddisfazione. Qui c'è la stazione a monte dell'ovovia, possiamo vedere da dove siamo partiti, il Passo Sella, il Sass Pordoi e la Marmolada. Ci riscaldiamo con un tè caldo, fuori sono 9° a casa forse saranno più di 35°, un pensiero va a chi in questo momento sta boccheggiando. E' ora di rientrare al Vicenza, ripercorrendo il Vallone in discesa, e darci una lavata usando l'unico lavandino a disposizione che eroga acqua di fusione di ghiacciaio. E' un'esperienza da provare, non ha niente a che vedere con quando a casa ti si blocca la caldaia e devi ancora risciacquarti. Diciamo che sposta di molti gradi il concetto di acqua fredda.
Alle 18.30 siamo in prima linea per la cena, ma non riusciamo a mangiare più di tanto, forse siamo un po' stanchi. Usciamo a prender aria e a vedere le nuvole che si rincorrono tra le cime, ci raggiungono e se ne vanno velocemente. Il sole inizia a calare e tutti gli ospiti del rifugio sono fuori a godersi lo spettacolo.
Un'ultima arrampicata in libera per raggiungere la cima del letto a castello e buonanotte.
I luoghi più importanti di questa escursione li trovi segnati su Gmaps.

La prima delle tante soste in rifugio che faremo in questi due giorni è proprio al Sella che sorge nei pressi della partenza dell'ovovia che porta al rifugio Demetz. Scegliamo di percorrere il sentiero Naturonda che in pochi minuti ci porta in mezzo alla Città dei Sassi, chiamata così poiché è tutta disseminata di rocce squadrate grandi anche come palazzi. Nel nostro giro antiorario attorno al Gruppo del Sassolungo il panorama cambia in continuazione, alla nostra destra possiamo ora ammirare l'intero Gruppo del Sella.

Raggiungiamo il rifugio Comici, dove finalmente finisce la parte più affollata del nostro percorso, il sentiero si restringe, diventa ghiaioso e non sembra più quell'autostrada sulla quale abbiamo camminato fino ad ora. Il panorama verso la Val Gardena si fa più dolce e verde. Il mio sguardo viene talmente catturato dai panorami alla mia destra che mi dimentico di guardare a sinistra il Sassolungo. Arrivati nel punto più a nord del nostro girare troviamo una panchina panoramica, facciamo una pausa prima di riprendere a salire verso il rifugio Vicenza.

Ora guardiamo verso l'Alpe di Siusi, ma il sentiero ben presto si infila in quella spaccatura che divide il Sassolungo dal Sassopiatto, ora non saremo per un po' distratti dai panorami ed il Sasso si prenderà l'attenzione che merita. Al rifugio lasciamo un po' di peso in eccesso nella nostra stanzetta e decidiamo, visto che siamo arrivati presto, di salire lungo il Vallone verso la Forcella del Sassolungo. L'ambiente è straordinariamente diverso da quello che abbiamo percorso durante il resto della giornata, il sentiero si sviluppa lungo un canalone detritico chiuso dalle cime che in alcuni casi superano i tremila, tutte ricche di pennacchi, guglie, cascatelle. In fondo domina il Cinque Dita, sotto al Pollice, abbarbicato sulla forcella si trova il rifugio Toni Demetz, lo raggiungiamo con un po' di fatica, ma con tanta soddisfazione. Qui c'è la stazione a monte dell'ovovia, possiamo vedere da dove siamo partiti, il Passo Sella, il Sass Pordoi e la Marmolada. Ci riscaldiamo con un tè caldo, fuori sono 9° a casa forse saranno più di 35°, un pensiero va a chi in questo momento sta boccheggiando. E' ora di rientrare al Vicenza, ripercorrendo il Vallone in discesa, e darci una lavata usando l'unico lavandino a disposizione che eroga acqua di fusione di ghiacciaio. E' un'esperienza da provare, non ha niente a che vedere con quando a casa ti si blocca la caldaia e devi ancora risciacquarti. Diciamo che sposta di molti gradi il concetto di acqua fredda.

Alle 18.30 siamo in prima linea per la cena, ma non riusciamo a mangiare più di tanto, forse siamo un po' stanchi. Usciamo a prender aria e a vedere le nuvole che si rincorrono tra le cime, ci raggiungono e se ne vanno velocemente. Il sole inizia a calare e tutti gli ospiti del rifugio sono fuori a godersi lo spettacolo.
Un'ultima arrampicata in libera per raggiungere la cima del letto a castello e buonanotte.
I luoghi più importanti di questa escursione li trovi segnati su Gmaps.
5 commenti:
Bella la prima puntata, mi hai fatto ricordare il giro di un paio d'anni fa . Ciao
La prossima puntata quest'inverno visti i tempi per i miei post
giovanni writes:bello, veramente! adesso attendiamo l'inverno ;-)
Ci sono posti che almeno una volta nella vita devi vedere. Il Gruppo del Sassolungo è uno di questi posti; per gli scorci che cambiano come hai ben descritto, per la severità delle guglie e perchè è impagabile assistere ad un tramonto e sentirsi fortunato e privilegiato spettatore.;) Hai fatto riaffiorare piacevoli ricordi.:up: ciao, attendo il seguito..in tempi ragionevoli :lol:
A grande richiesta2 richieste [/IMG] ho pubblicato la seconda parte.
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