La sveglia suona presto, ma arrivare a Casera Razzo, fare un giro di parecchie ore e sfuggire al temporale pomeridiano implica qualche sacrificio. Dalla casera il panorama è sempre splendido e non ci sono nuvole almeno per ora. Iniziare a camminare in discesa non è una nostra abitudine, ma per raggiungere casera Chiansaveit bisogna perdere un po' di quota. Alla Chiansaveit prendiamo il sentiero 210 che fortunatamente è in ombra, una mucca forse infastidita dalla nostra presenza lancia dei muggiti inquietanti e per un tratto ci segue, ma quando vede che il sentiero inizia ad inerpicarsi, essendo più furba di noi, desiste nell'inseguimento. Il sentiero è bello ripido, si cammina nel fango e si scivola un pochino, dopo un po' sbuchiamo dagli alberi, davanti a noi manca l'ultimo tratto per giungere alla forcella, è tutto ricoperto di fiori. ...


Ora ci aspetta la salita sui sassi del Clapsavon, che clap sarebbe se non dovessimo camminare sui sassi ! Tra le ghiaie, in mezzo alle rocce spuntano fiori e mi chiedo come facciano e vivere in posti così inospitali, poi penso ai 37 gradi a casa, alle zanzare e forse quegli stessi fiori ci guardano passare e si chiedono la stessa cosa. Arriviamo in cima, le nuvole si fanno sempre più fitte e il panorama che possiamo scorgere è limitato.

Per fortuna il tratto che collega il Clapsavon al Bivera è sgombero e la vista è splendida, credo sia il punto più bello dell'escursione.
La cresta si fa sempre più stretta fino ad arrivare ad un punto in cui bisogna prestare molta attenzione, in alcuni tratti l'esposizione è notevole, il passaggio sarebbe anche bello dal punto paesaggistico se non si avesse questa continua sensazione di vuoto che non ti permette di gustarlo in pieno. Guardando il sentiero che sale al Bivera dalla cresta, non si ha una bella sensazione, sembra ripidissimo, esposto e su ghiaie instabili, in realtà una volta che lo percorriamo ci rendiamo conto di aver camminato su strade peggiori.

In breve raggiungiamo la vetta, quasi completamente avvolta dalle nuvole, ogni tanto riusciamo a vedere un po' di panorama, il lago di Sauris colpito da un raggio di sole, il Clapsavon, ma dura poco. Una firma sul libro di vetta e poi giù, prima della cresta prendiamo a destra il sentiero 212 che con qualche tratto in ghiaione permette di scendere rapidamente.
Una sosta alla casera Chiansaveit e poi purtroppo in salita torniamo a casera Razzo.
Ritorniamo a casa passando per Sauris dove approfittiamo per ristorarci un po' con una birra :beer: , un succo :wine: , un dolce, a casa ci aspetta un bel caldo afoso, in cima avevamo 14 gradi :faint:.
Qui trovi la sempre accurata descrizione dell'escursione di Sentieri Natura.
1 commento:
Luca l'alpinauta writes:
Bella gita, l'abbiam fatta a fine giugno con delle splendide fioriture.E anche da qua il panorama merita soffermarsiMandi
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