domenica 27 settembre 2009

Monte Peralba

Dopo aver pronunciato come un'illuminazione "Peralba", la discussione su dove andare il giorno seguente finisce e ci si concentra sulle carte e sulle guide.
Sono passate da poco le nove quando ci incamminiamo verso il rifugio Calvi, la stradina sterrata è in ombra, ogni tanto tira un po' di vento, c'è gente nonostante la stagione stia ormai finendo. Al rifugio, origliando, scopro che ci sarà la banda di Forni, magari al ritorno li ascoltiamo.
Ripartiamo verso Passo Sesis, percorriamo il sentiero 132 fino al bivio dove prendiamo a sinistra per la ferrata Sartor. Oggi togliamo le ragnatele ai nostri imbraghi che hanno riposato tutta la stagione nell'umido della cantina. La ferrata non presenta grosse difficoltà tranne che per un lastrone poco dopo l'inizio, l'attrezzatura è in ordine e la roccia buona. A circa metà della salita, le attrezzature finiscono, manca ancora l'ultimo tratto ed è anche il più noioso, non ci si arrampica più e si cammina su sfasciumi.

Finalmente siamo in cima, dove non ci si fa mancar nulla, in sequenza: croce di legno con filo spinato, Madonnina, campana e croce di vetta. Mentre stiamo facendo le foto di rito e la merenda, attacca la banda al rifugio Calvi che in verità qualche accordo lo aveva già fatto sentire. Riprendiamo il cammino lungo la cresta seguendo il sentiero 131, dove posso esibirmi marciando e dando il tempo con i bastoni da trekking alle note che chiaramente arrivano fin quassù.



Arriviamo ad un canalino attrezzato, in realtà il cavo è inutilizzabile perchè troppo alto, sul fondo c'è un po' di neve marcia, ma non è nulla in confronto all'esperienza del Triglav. Il 20 luglio 1988 questo sentiero, per nulla banale, è stato percorso da Papa Giovanni Paolo II, un'iscrizione ne commemora l'evento.

Al Passo del Castello il sentiero curva verso sud per collegarsi al 132 che porta al Calvi. Questa volta non ci fermiamo al rifugio, visitiamo la chiesetta che sorge nei suoi pressi e scendiamo fino al tornante dove si stacca il sentiero che conduce al rifugio Sorgenti del Piave.

Dopo aver riempito la bottiglia con la fresca acqua di sorgente facciamo una sosta al rifugio, restiamo sui tavolini esterni perchè il sole scalda ancora e la temperartura è piacevole. Prima che ci pigli il più classico degli "abbiocconi dopo escursione" ritorniamo all'auto, questa sera se facciamo in tempo, dopo la tranquillità del Peralba, ci aspetta il caos di Gusti di Frontiera.

4 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

Escursione al Peralba, musichetta, sole e birrozza finale. Io alla fine avrei scelto l'abbiocco sui prati..... si vive anche per queste soddisfazioni. Perchè scendere nella grigia città?

anonymous ha detto...

giovanni writes:non vi sembra di avere esagerto nel chiamare la banda per salire sul peralba :-)?

anonymous ha detto...

Nadia writes:Ho percorso la Sartor da sola in un giorno di nebbia e dalla piccola cappella presso il rifugio mi giungeva il canto degli alpini...mistico!!!! poi sono emersa al di sopra delle nebbie e sotto un bellissimo sole...che meraviglia!!!!

lor74cas ha detto...

@luca xchè Gusti di Frontiera c'è una volta l'anno mentre in montagna ci andiamo tutto l'anno, in ogni caso ci siamo pentiti.@giovanni la prossima volta chiamiamo gli sbandieratori@Nadia meglio avere la testa "sopra" che "tra" le nuvole